Il loro tempo
Si chiamava Diana, sembrava sorridente e spensierata. Si è suicidata!
Si chiamava Francesco, era appassionato di politica, si divertiva ad uscire con gli amici. Si è ammazzato lasciando un bigliettino in cui scriveva di aver fallito!
Frequentava l’università Iulm , diceva che tutto era sotto controllo e procedeva bene. Si è impiccata con una sciarpa attorno al collo nei bagni della facoltà!
La loro “colpa”? Non essere in regola con gli esami. Tutti e tre morti nei primi due mesi del 2023 con in comune il non essere in tempo con i ritmi che la società italiana impone agli studenti universitari.
Hanno portato dentro un fardello che a un certo punto della loro breve vita è diventato insostenibile, talmente tanto che hanno ritenuto più facile farla finita.
Questa è la sconfitta di tutti. Perdiamo quando mettiamo i ragazzi in competizione nello studio, quando riversiamo le nostre aspettative su loro, quando li critichiamo se il voto ottenuto non soddisfa i nostri gusti.
In questa corsa matta e sfrenata a chi arriva primo non ci rendiamo conto che a volte il prezzo da pagare è la vita stessa e come in una gara automobilistica si rischia di schiantarsi prima di arrivare al traguardo.
Mai nessuno che chieda come ci si sente, che faccia sentire la propria vicinanza nei periodi in cui si passano notti insonni sul libro. Nessuno che dia una pacca sulla spalla quando l’esame non è stato superato.
Dovremmo chiedere scusa a Diana, Francesco, a tutti i ragazzi che i questi anni si sono uccisi perché non si sentivano abbastanza!
Bisognerebbe spiegare loro che non erano dei falliti. Erano soltanto dei ragazzi col loro tempo. Tempo che non è uguale per tutti. Alcuni riescono a comprimerlo, altri hanno bisogno di dilatarlo.
Ma è il loro tempo e noi dovremmo soltanto rispettarlo e stare in silenzio!