Il mare lo sa
Quante cose sa il mare…
…e quanti segreti porta con sé! Quante confidenze ricevute, quante lacrime, quante riflessioni, quanta gioia, quanta spensieratezza, quanti silenzi, quanta vita, quanta morte.
Si riempie e svuota in modo perpetuo di umori di ogni genere, rende pace ai cuori tumultuosi e spaventa anche i più impavidi per le sue ire spesso funeste. Quando il vento lo carica di arroganza, si gonfia mostrando la sua furia e creando morte e distruzione; quando la pioggia lo alimenta lui ne beve avido e cresce. Il mondo è suo. Il pianeta terra è suo. Nessuno sconto, nessuna fascinazione da parte di nessuno. L’unica seduzione che sente viene da stelle e satelliti: dal sole che lo scalda rendendolo mite e accogliente; della luna che a suo piacere lo allunga o lo riduce.
Il mondo è suo. Il pianeta terra è suo
La vanità figlia della sua consapevole grandezza e bellezza lo rende fiero e altero, depositario di storie e leggende, di narrazioni e miti. La sua età è la sola ad aver attraversato l’inspiegabile senso di eternità: è più longevo delle terre emerse, è più “infinito” di quelle sommerse.
Chi lo vive conoscendone sia i misteri che le insidie, lo ama e maledice ad ogni piè sospinto, percorrendolo su barche che sembrano carezzarne la superficie, per poi saccheggiarne le profondità levandogli la vita che porta in grembo. Perché il mare è così. È la cosa più grande, bella e spaventosa che esista, ma si fa ingenuamente attraversare. Il mare è un po’ naif. È semplice e permaloso. Si fa corrompere e derubare, per poi vendicarsi trattenendo a sé relitti e uomini che hanno osato sfidarlo. E conserva. Conserva tutto.
Perché il mare è così
Fin quando non decide di restituire quello che per secoli è stato suo, impreziosendo la cultura e l’arte di popoli che a lui guardano come a un tiranno. Per fortuna però ci sono i poeti, che sanno come narrarlo, che non gli risparmiano niente ma neanche lo condannano, guardandolo e dicendo di lui quello che lui è. Senza ipocrisie, senza veleni. Perché i poeti sono così, sono come il mare. Anche i poeti sanno un sacco di cose. Forse i poeti sono il mare della terraferma, sono innamorati e ostili, onesti e fragili, ma mai deboli. Anche i poeti sfamano i popoli levandosi dal ventre ciò che diventa cibo per anime naufraghe, che sempre cercano, che a volte trovano ma molto più spesso perdono. E si perdono. E si ritrovano. Anche i poeti si lasciano sedurre da stelle e satelliti, dal cielo che diventa il riflesso di loro, che a loro volta sono riflessi del cielo. Il mare lo sa che i poeti sono il mare. Che sono lo specchio della profondità del cielo. E i poeti lo sanno che il mare è un poeta, quel poeta dentro il quale tutto si rallenta e dove tutto diventa leggero, dove ogni corpo e ogni anima perdono peso e fluttuano. Lenti. Morbidi. Increduli. Liberi.