Chetosi 5, chetocereali alla mandorla, la svolta
Vedo la luce in fondo al tunnel. Sta per finire il periodo strettamente in chetosi, per approcciare, lentamente, una graduale reintroduzione degli zuccheri. I chetocereali, hanno avuto il loro perché nel mio processo di resistenza ad un tipo di alimentazione che lascia poco spazio alla scelta. Pollo, carne rossa, pesce e tante verdure, un po’ di parmigiano come spuntino. Senza mai un grammo di pane, s’intende! E soprattutto, non ve l’ho mai sottolineato, senza un minimo di frutta. Una mela semplice, un’arancia, una clementina. Nulla di nulla. A colazione, la possibilità di scegliere tra un acidissimo yogurt greco 0% con un chucchiaio di farina d’avena, 10 grammi di mandorle e una spruzzatat di cacao amaro in polvere (in pratica una bomba super nociva), oppure degli affettati, 40 g, insieme a 40 g di formaggio fresco spalmabile. Qualche volta ho scelto questa seconda opzione: quasi gradevole. Vi allego qui una nuova ricetta per una colazione chetogenica che rasenti la gradevolezza. Prendete appunti:
CHETOCEREALI ALLA MANDORLA
20 grammi di farina di mandorle
1 cucchiaino di semi di girasole
1⁄2 cucchiaino di cannella in polvere
Estratto di vaniglia q.b.
Sale q.b.
1 cucchiaino d’acqua
1 cucchiaino di olio di cocco
240ml di latte di mandorla “senza zuccheri aggiunti”
1.In un frullatore mixare insieme la farina di mandorle, i semi di girasole, l’olio di cocco, la cannella e il sale.
2.Mettere l’impasto su un foglio di carta forno e premere a fondo. Coprire con un altro foglio di carta forno e
arrotolare la pasta.
3.Mettere sul tagliere, rimuovere il foglio di carta forno superiore e tagliare in quadrati di 2,5 cm.
4.Trasferire la pasta tagliata su una teglia da forno e cuocere per circa 15 minuti.
5.Lasciare raffreddare su una griglia e poi separare i quadrati in pezzi singoli.
6.Servire con il latte di mandorla non zuccherato.
Non sarà latte e pastarelle, ma almeno non avrà l’odore di vomito. La dieta chetogenica si segue solo in particolari condizioni, non serve alla vanità. Anzi, direi che proprio la vanità non serve, essendo spesso vuota. Preserviamo la nostra salute, è un regalo per noi stessi e per chi ci ama.
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