Roma e il mio Amore lontano
Nella mia vita posso dire di non essermi mai tirato indietro davanti alle follie per amore. Probabilmente avrei dovuto farlo, almeno qualche volta, ma come si fa a sapere in anticipo quando è giusto salire su un treno e quando invece non ne vale la pena? “Se non sali su quel treno non lo saprai mai”, è questa la riposta che alla fine mi sono sempre dato. E così sono salito, ogni volta che sentivo di volerlo o doverlo fare.
Se parliamo di salire su un treno diventa chiaro che forse la prima follia è proprio quella di avere una relazione a distanza. Con tutte le belle ragazze che ci sono in giro. Non lo so, mi vengono in mente un milione di ragioni per cui potrei averlo fatto, e più di una volta. Forse in questo modo potevo preservare la mia quotidianità, la mia inutile routine, ma di questo non mi stupirei. “L’uomo ha sempre barattato un po’ di felicità per un po’ di sicurezza”, diceva Sigmund Freud, e io sono d’accordo. Forse così mi è più facile aprirmi e farmi conoscere, fuori dagli schemi abituali di relazionarsi. Di sicuro mi ha sempre spinto il pensiero di non voler essere schiavo del destino, se così lo si può chiamare. È che non vedevo proprio ragione di rinunciare ad una persona che amavo, che pensavo essere giusta per me, solo perchè tot chilometri di terra e asfalto ci separavano.
Percorrevamo le vie della città incantata come se il tempo non esistesse, come se intorno a noi non ci fosse nessuno
Ma anche se il tempo sembrava essersi fermato in realtà ci rubava le ore, e il momento di tornare era sempre più vicino. Ognuno alla sua casa, alla sua quotidianità, alla sua vita fuori da quell’angolo di paradiso che si formava quando eravamo insieme. Questi sono gli unici casi in cui speri che il treno faccia ritardo, che al macchinista gli venga un colpo, che succeda qualunque cosa pur di poter restare qualche minuto in più. Inutile dire che non bastano mai, anche se il treno il ritardo lo fa. Gli ultimi abbracci, le ultime parole, ci si saluta. A volte si sorride, a volte si piange. A volte sali sul treno contento di essere venuto al mondo, altre guardi fisso il finestrino con un biglietto tra le mani, il suo, quello aveva comprato per venire con te, ma lei non c’è.
Certe volte ho provato un dolore insopportabile, una nostalgia tremenda. Quando tutto va bene viene naturale impegnarsi per vedersi, ma nei momenti di difficoltà riuscire a sistemare le cose può diventare impossibile. È lì che ci si sente davvero impotenti. Eppure nonostante le mille difficoltà penso ancora che ne sia valsa la pensa, che siano state Little Victories, piccole vittorie, e non sconfitte, che ogni secondo passato insieme giustifichi ogni giorno che ho atteso per vederla, e per tutto questo, nonostante tutto, rendo grazie.