Clienti speciali
Fare acquisti, si sa, aiuta lo spirito e risolleva l’umore. Fai pace con te stesso e con chi ti sta accanto, anche se un po’ meno con il tuo portafoglio. Ma si sa, ogni medaglia ha il suo risvolto e, con buona pace della crisi, si stringono i denti e si aspettano i saldi per metterci in pace con il nostro ego. Già, i saldi… Quale occasione più golosa per farsi sbranare dai commercianti lamentosi, costretti a loro dire ad aprire di domenica perché sono anni che non possono più mantenere un degno tenore di vita?
Fateci caso, entrare in un negozio e fare acquisti non è più un’attività piacevole e rilassante, ma si è quasi trasformata in una missione segreta al servizio di sua maestà. Sono giorni che il mio cellulare e la mia e mail sono un’esplosione di messaggi pseudo criptati del genere: Il nostro negozio aspetta le clienti speciali come te per un assaggio di collezione p/e! oppure: Le clienti affezionate come te meritano un trattamento davvero speciale. Passa a trovarci e troverai una gradita sorpresa!.
E nell’ordine la mia mente si arrovella pensando:
1. Chi gli avrà mai dato i miei recapiti?
2. Beh,visto che il negozio si trova in un grosso centro commerciale fuori dal raccordo anulare ed io abito in centro, ci sarò capitata una volta per sbaglio, nel vostro benedetto negozio; magari aspettando che si liberassero i venditori Ikea e quindi non sono affatto una vostra cliente affezionata!
ci sarò capitata una volta per sbaglio, nel vostro benedetto negozio
Proprio l’altro giorno mi avventuro in un grosso negozio di scarpe e comincio a girovagare tra gli scaffali alla ricerca di… che ne so, magari nulla, o forse un paio di ballerine. Vista l’ora, la calura e il giorno infrasettimanale il negozio era praticamente vuoto e sulla soglia d’ingresso vengo accolta da circa dodici commessi muniti di cartellino che mi guardano con aria circospetta.
Saluto e di lato, dietro il bancone della cassa, mi accorgo della presenza di un signore (il responsabile?) in giacca e cravatta color nocciola – cono Norge, che osserva una serie di monitor che riprendono tutti gli angoli della boutique. Subito mi chiedo se ho per caso sbagliato posto, magari per errore sono finita in una gioielleria o peggio in un’armeria, ma mi ridesta da questo pensiero un solerte ragazzo che avvicinandosi mi domanda se può essermi d’aiuto e mi elenca le marche presenti nel negozio. Rispondo che volevo solo fare un giro e che se avessi trovato ciò che cercavo, l’avrei sicuramente chiamato.
Si fa da parte e comincio il mio rondò tra gli scaffali, ma subito mi accorgo che ciascuno dei commessi ha preso posto secondo un preciso disegno prestabilito, in modo da coprire tutto il raggio d’azione di mio interesse (reparto donna!), ricordandomi le memorabili partite di Risiko in cui lavori sulle strategie di attacco e difesa da un nemico sconosciuto.
Intanto il ragazzetto solerte mi seguiva guardingo, facendo finta di sistemare, prendere e rimettere a posto. Osservandomi non ho l’apparenza (per la verità nemmeno la sostanza) di una donna ricca e disposta a spendere lo stipendio per un paio di scarpe, ma neppure di quella che entra per rubare o improvvisare una rapina a mano “disarmata”!
Per le clienti speciali come lei c’è uno sconto
Dopo un breve momento di smarrimento (ma comprare un paio di scarpe è un affare di Stato o che?) mi rendo conto di essere finita in un girone infernale di “acchiappa” – clienti indecisi, da allettare con finte promozioni non autorizzate.
In un momento di distrazione dovuto all’ingresso di altre “cavie” da vivisezionare, mi faccio largo tra gli scaffali e corro verso la macchina. Mi chiudo dentro, accendo il motore e scappo. Tiro un sospiro di sollievo e penso che tutto sommato mi è andata bene: sono riuscita a non comprare nulla e a non spendere. Prima di arrivare a casa mi fermo a fare benzina, abbasso il finestrino, chiedo il pieno e l’omino del Bangladesh mi dice che se voglio uno sconto devo aspettare venti minuti, perché scatta una promozione per clienti speciali!