Bandita Bagnoli: Marco Zurzolo e la Banda MVM in concerto a Capodimonte
Grazie Campania Teatro Festival, perché non ne potevamo più. Alla fine è successo ed è stato pazzesco, come la pizza o il piatto di pasta dopo mesi di dieta chetogenica (sì, è una parolaccia): siamo tornati a godere dei concerti, insieme all’arte, al teatro e allo spettacolo in generale.
Ancora una volta ci troviamo nell’incantevole scenario del bosco di Capodimonte che, per l’occasione, diventa un luogo fiabesco, con luci colorate a indicare la presenza dei palchi, giganti buoni caduti in letargo che si risvegliano con la primavera. E le lucciole, sì le lucciole, che nel buio del bosco accolgono i visitatori con il loro saluto luminoso. Magia.
Dopo una lunga passeggiata fino al giardino paesaggistico pastorale, raggiungiamo la platea. Sul palco sale la Banda Mvm, “Mamma Vita Mia”, con Marco Zurzolo che, come una vera figura materna, guida i suoi figli musicanti, li accompagna, li incoraggia.
Lo spettacolo inizia. 1h e 30 di delirio eufonico collettivo. Complice il ritmo jazz e quella straordinaria capacità di Marco Zurzolo di coinvolgere il pubblico, a quel delirio ci uniamo subito anche noi.
Il progetto legato alla Banda MVM “Mamma Vita Mia” trae ispirazione da uno dei lavori più importanti del Maestro napoletano, “Ex-Voto” nato dalla sua ricerca sulla musica popolare che accompagna il rito della Madonna dell’Arco.
Ma si evolve. A partire dallo spasmodico amore per la terra partenopea, così ricca, così piena, che quasi si potrebbe dire che chi qui vi nasce artista è un privilegiato. Ne è consapevole Marco Zurzolo che, tra un brano e l’altro, racconta un po’ di storia, la sua, di Rino e gli altri fratelli, del papà operaio dell’Ilva. Una storia personale che si intreccia con quella di Bagnoli, terra natale del sassofonista napoletano. Balneolis, luogo termale di grande bellezza, amato fin dall’antichità, e di grande fermento artistico, ma nel tempo deturpato dalle azioni scellerate dell’uomo.
Da qui l’esigenza di raccontare, attraverso le colorate note di musica jazz che rubano qua e là dal repertorio popolare napoletano, lo spirito dei luoghi e degli abitanti di questa umile terra.
Anche stavolta il Campania Teatro Festival non delude.