“Fingiti siciliano”, Mario Incudine sbanca a Carditello col Modugno delle origini
Nel blu dipinto di blu, Vecchio frack, Meraviglioso. Avrei citato queste tre canzoni a chi mi avesse chiesto cosa conosco di Domenico Modugno. Con un po’ d’impegno, avrei aggiunto La lontananza. Mi aspettavo, pertanto, a Carditello, una serata all’insegna del Volare oh oh, sulle note del tributo a un autore certamente di prima levatura, non esattamente nelle corde della musica che ascolto abitualmente, ma con l’indubbia aspettativa di una bella serata, che non smentisse la caratura del Festival com’è stato sinora.
“Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!”, pare che gli abbia detto un tale Frank Sinatra.
Lo sconosciuto Incudine mi ha presentato un Modugno per me del tutto inedito, quello degli esordi meno noti ai più, quando il cantautore di Polignano si guadagnava da vivere facendo il tutto esaurito, negli anni ’60, nelle balere siciliane: “Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!“, pare che gli abbia detto un certo Frank Sinatra.
Ed ecco il primo Modugno, Mimì come lo chiamavano tutti, autore di una canzone dialettale altamente musicale e poetica, distante anni luce dai fasti che lo posero sotto i riflettori mondiali e dal successo mainstream che l’avrebbe accompagnato nella parte matura della carriera artistica, ma non per questo meno significativo e intenso.
ho conosciuto davvero Modugno, nella sua parte più inedita e poeticamente più vera.
E attraverso quei versi in dialetto siciliano che raccontano di amore e di sconfitta, di donne e di lavoro, che puzzano di stalla, di animali e di fame ma profumano di dignità e di riscatto, ho conosciuto davvero Modugno, nella sua parte più inedita e probabilmente poeticamente più vera.
Sarebbe insufficiente, ingiusto persino, dire che Mario Incudine li abbia cantati. Li ha cantati, certo. Ma di più, li ha recitati. Di più ancora, li ha vissuti e fatti vivere, scorrere, fluire come un fiume in piena sopra il pubblico, coinvolto e divertito come non accadeva di vedere da anni.
Polistrumentista come capita di vederne sempre meno, attore, cantante, regista, Mario Incudine ha interpretato Mimì, da sud a sud sulle note di Domenico Modugno investendolo in pieno con tutta la sua cifra artistica, introducendo i brani con una oralità vibrante e con l’urgenza del grande mattatore, che non vede l’ora di stare in scena, che trasmette l’entusiasmo, che è il primo spettatore di se stesso.
Ne è venuto fuori un concerto che è anche piece teatrale, e un tributo musicale che è un panegirico che include il sapore della scoperta, grazie ai testi di Sabrina Petyx, alla regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, agli arrangiamenti musicali firmati insieme ad Antonio Vasta.
I brani di Modugno erano persino compendio dell’introduzione, e insieme esaltazione di quella
Un viaggio in Sicilia declinato insieme a Modugno e con la Reggia di Carditello sullo sfondo, quasi a sottolineare l’identità culturale sottesa a quello che fu il Regno delle Due Sicilie.
Un vero viaggio poetico e identitario, alla ricerca di radici comuni e con un occhio al mondo che cambia, e che non diversamente da allora continua, con mezzi diversi, a lottare e a sognare, sfidando le convenzioni e gli stereotipi che accompagnano il Sud come quel marchio di fabbrica che sembra essere destinato a non scomparire mai.
Abbiamo Visto:
Mimì – Da sud a sud sulle note di Domenico Modugno
uno spettacolo di e con Mario Incudine
regia Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, testi Sabrina Petyx
con Antonio Vasta, Manfredi Tumminello e Pino Ricosta.
al Real Sito di Carditello, nell’ambito del Carditello Festival 2021
Si ringrazia l’Ufficio Stampa