Senza mamma
Orbo di un figlio.
Non esiste nella nostra lingua un termine per descrivere l’orrore di un genitore che sopravvive al proprio figlio. È un dolore lacerante che non ti abbandona.
Nell’opera lirica i compositori hanno musicato il dolore della madre: Medea, Margherita nel Mefistofele di Arrigo Boito e Giacomo Puccini.
Il compositore toscano attento alle sfumature dell’anima femminile ha descritto magistralmente in musica lo straziante sconforto di una madre nell’aria –Senza mamma- in Suor Angelica.
La seconda, e più amata dallo stesso Puccini, delle tre opere ad atto unico conosciute come “Il Trittico” è sicuramente Suor Angelica.
Suor Angelica è una nobildonna che da sette anni vive chiusa in convento a causa di un amore clandestino e non conosce il destino del figlio nato da quella relazione.
La zia Principessa, giunta per reclamare una firma di rinuncia all’eredità di famiglia, le comunica che il bimbo è morto da due anni.
Nel suo animo si fa strada l’idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. È scesa intanto la notte e Suor Angelica, non vista, si reca nell’orto del monastero: raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda mortale. Angelica si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia; la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente. Suor Angelica cade riversa dolcemente ed esala l’anima.
Il dramma si svolge su uno sfondo di ambiente monastico ricostruito minuziosamente: Puccini aveva una sorella di nome Iginia, che era diventata madre superiora del convento delle monache agostiniane della frazione di Vicopelago di Lucca. Il Maestro fece ascoltare al pianoforte la sua opera alle consorelle che ne rimasero profondamente commosse.
Suor Angelica è un’opera al femminile se si esclude il coro degli angeli finale.
Per la prima volta la tipologia del personaggio negativo che arreca dolore è incarnata da una figura femminile con il registro “scuro” del contralto.