La straordinaria vita di un uomo normale
Qualcuno disse che lui è il vero eroe contemporaneo. Ma lui non lo sa, non lo capisce, perché vivendo ormai da più lustri in questa sua normalità, non sente l’eccezionalità che lo riguarda.
Mi ritrovo nella sua nuova casa, piena di un’energia talmente viva che faccio fatica ad addormentarmi. Tu credi che sia l’insonnia per i problemi che ti affliggono, e invece è il pensiero costante alla vita di un uomo che è talmente incredibile, che a volte sembra improbabile, e che porta i tuoi problemi, che restano certamente problemi, a proporzioni enormemente ridimensionate. L’uomo che per sola empatia, senso di giustizia e senso del dovere, ha stravolto, insieme a sua moglie, la sua vita, quella della sua famiglia, quella della sua comunità, quella dell’opinione pubblica, quella della giurisprudenza italiana.
E’ l’amore per la vita che che caratterizza l’atmosfera casalinga.
Carmelo e le sue innumerevoli vite
E il ballerino sì, e il muratore sì, e il barista sì, e l’impresario edìle sì, e l’albergatore sì, e l’autista sì, e la disoccupazione sì, e il don Chisciotte sì, e la fiction in Rai che parla di lui sì, e la visionarietà sì, e l’associazione sì, e la formazione offerta ai ragazzi delle scuole sì, e la sconfitta sì, e la vittoria soprattutto.
E’ l’amore per la vita che travolge l’atmosfera casalinga
E tutto questo con una moglie eccezionale al seguito e poi: prima un figlio, poi altri due e poi altri tre. Esattamente così, con questo ordine e questa scansione numerica: un figlio con la prima compagna, due figli con la moglie, tre figli adottati, orfani della cugina assassinata dall’ex marito. Il primo figlio resta con la compagna, è vero, ma improvvisamente la famiglia italiana standard fatta da marito moglie e due figli, diventa una caserma in insurrezione con cinque figli compresi tra gli zero e i sei anni. Ma non basta: in mezzo a tutto questo, un processo contro i giudici – no, dico: “contro i giudici!” – che avevano lasciato inevase le dodici denunce della cugina; una vittoria in primo grado; una sconfitta in appello; una Cassazione che chiede di rifare l’appello; l’appello che non si rifà perché un Presidente del Consiglio decide che anche basta, che una tarantella del genere non fa bene a nessuno, né a questi ragazzi, né ad una giustizia molto spesso ingiusta e disattenta, autoreferenziale e vinta da un certo “sistema”, di cui poi qualche fautore e unico capro espiatorio del sistema stesso, parlerà diffusamente in un paio di libri.
In mezzo a tutto questo, un processo contro i giudici
E soprattutto, sempre in mezzo a tutto questo, il coraggio di un uomo caricato ad energia solare, inesauribile. E don Chisciotte perché chi può credere che le cose andranno per il verso giusto e in poco tempo, sapendo che la frase “in poco tempo” è un chiaro e sarcastico eufemismo quando si parla di processi e giustizia? Nessuno, e credo nemmeno lui, ma lo stesso non ha smesso di fare il necessario perché giustizia fosse fatta. Però poi capita che la visionarietà di cui sopra, si concretizza in una risoluzione che diventa precedente e apre a tutti gli orfani, causa femminicidio, la strada per il risarcimento. La storia si compie. E la fa lui, Carmelo, con la moglie Paola Giulianelli, con gli avvocati Alfredo Galasso e Licia D’Amico.
Una tarantella del genere non fa bene a nessuno
Ci conosciamo alla conferenza stampa di viale Mazzini che presenta la fiction “I nostri figli” (quella che parla della sua storia), con anche me nel cast, una stretta di mano e l’immediata presa di coscienza che ci si è riconosciuti. L’amicizia diventa subito solida, amici e confidenti come da legame di lungo corso. Lui mi sa e io lo so. E ha anche un sacco di difetti che io conosco tutti, ma chi se ne importa.
La storia si compie
Ha insegnato l’amore, la responsabilità, l’abnegazione, l’impegno, l’ottimismo e non scegliendo di farlo, ma “semplicemente” con l’esempio, con le azioni e non con le parole. E questo vulcano d’uomo, ogni volta che ci vediamo, ha sempre da raccontare cose che in genere non si compiono in una vita intera, e che invece lui fa in una manciata di mesi.
E ragazzi sono ormai grandi, educati e brillanti, tutti.
“Avrei voluto una figlia femmina”
“Eh beh effettivamente ti mancava un altro figlio”
“Mi manca una figlia femmina, facciamo che sei tu”
E ciò che era granitico si è trasformato in indissolubile.
Perché l’impossibile resta impossibile solo fin quando non lo traduci in fatti.
Perché sono sempre le persone che fanno la differenza.
E lui, Carmelo Calì, la fa.