Giovanna D'Angelo

Che cos’è un sogno se non quell’idea repressa che insorge e rompe la catena dell’inibizione?
Che cos’è un sogno se non un vecchio dipinto incrinato e sbiadito rimesso a nuovo da un restauro attento e accurato?
Che cos’è un sogno se non la rimozione di graffi e ferite inferte, subite e mai dimenticate?
Neuroni sconnessi senza sinapsi sciolgono i freni della paura.
Come cavalli alati e selvaggi galoppano nell’aria oltre il recinto che abbiamo innalzato per loro.
Più siamo vecchi, più alta e robusta è la gabbia che li imprigiona.
Al risveglio, le loro ali si spezzeranno, la loro voce rotolerà nell’oppressione del silenzio e rimarranno immobili e muti, nell’attesa di un’altra magica notte.

La tristezza abita in me. Non sto male con lei. È mia compagna da sempre. Mi riconosco in lei. Riesco a dominare le sue esuberanze. Riesco perfino a colpirla a morte, quando mi assale come un nemico armato. Si nasconde ogni tanto, dietro una tenda e mi lascia sorridere… ma poi ricompare. Se sparisse per sempre, mi mancherebbe. Voglio che resti al mio fianco. Senza di lei, non avrei mai compreso la gioia.