Scampoli di Pensieri

Nulla è in regalo e tutto è in prestito dice Szymborska, e ha ragione. Abbiamo figli che restituiamo al mondo, il ciclo del vivere ci dà una vita in prestito riscattata ogni giorno con qualche pezzo di pelle. Abbiamo in prestito molto amore nel migliore dei casi, non dobbiamo scordarci di restituirlo nella più ampia misura possibile: inutile accumularlo, contribuirebbe solo a sformare più rapidamente la nostra bella borsa in prestito. Il corpo.

Ho voglia di immagini di pagine di voragini ho voglia di frammenti di fantasie di struggimenti ho voglia di torrenti di comete di pretese, di danze di stanze di vicinanze, di buffoni di barboni e di illusioni. Voglio tutto e non cerco niente che non sia già in giro nella mia mente.

Urlano rotaie lingua di stoppa, ammucchiati penetra luce violenta, stramazzo al suolo fango amaro, infiamma un calcio nell’occhio. Eco voci lontane vivi morti oblio, vittime e carnefici vittime, escoriazioni ossa pelle, occhi vuoti freddo polverizza pensieri. Né giorno né notte né anima. Sole splende gelida estate miraggio improvviso. L’umanità ha perso. Non provo dolore. Riecheggia tempo terrifico all’alba. Tutto è compiuto.

Siate gentili. E bello incontrare persone gentili ed è bello esserlo. Un sorriso, una parola detta con garbo, è un gesto piccolo. Non è arruolarsi in un esercito di liberazione, non è donare un organo, non è guarire un malato terminale: eppure, nel suo piccolo, rende questo mondo un posto migliore. Al bar, in ascensore, in ufficio, in aereo, in ospedale, a prescindere da cosa stiate facendo e da cosa la società si aspetti da voi in quel momento: siate gentili. Con poco, avrete reso il mondo migliore. Vi pare poco?

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Sempre più lontana la morte e noi ripuliti e ingannati dal mito dell’eterna carne sanata ci affacciamo al dolore senza riconoscerlo spauriti come bambini che indietreggiano di fronte alla schiuma del mare eccitati nell’intima piega in attesa del prossimo moto giochiamo a fare gli uomini sulla crosta che ci sputa via.

Oltre il cielo, ci sono case e labirinti di dialoghi che puoi solo immaginare, potrai forse non conoscere quale distanza si frappone fra te e un lontano passante, ma ammiri il volo degli uccelli e la passeggiata ruffiana delle nuvole, mentre un albero traccia guglie isteriche nel cielo e l’acqua delle fontane gela silenziosa. Non arrenderti e continua a immaginare cosa si nasconde oltre il cielo, puoi sempre fingerti un insetto smarrito che rincorre punti rossi sospesi a mezz’aria

Non piangere non serve struggersi, è solo distruggere ricordi e inabissarsi in un tempo senza presente. Non piangere, arriverà domani e asciugherà queste lacrime che bruciano solchi impauriti. Non piangere ché male, vedrai che il bene ritorna nel dolore incessante e attutito dal vuoto silente dei momenti di solitudine. Non piangere e tornerà un equilibrio instabile fatto di quotidiano, tutto il resto sarà lontano: il ricordo della sua mano nella vostra, quello sguardo del primo istante, le sue parole, le vostre nel nostro cuore. Non piangere. Non passerà attimo che non lo faremo ma col sorriso di un dolore elisio… Il tuo sorriso, Paolo.

Ho un sole di nostalgia impigliato che litiga contro le montagne dei miei ricordi. Sembra che nel mio passato piovesse spesso e intanto ho perso l’abitudine della terra bagnata. Si è asciugata al forte vento che viene dall’Africa. Quante radici ha un albero, mi chiedo. Di quanti altri posti mi posso innamorare, quanti altri si faranno terra per farmi sentire figlia loro. Anche se mi ribello e faccio la voce grossa. Gli abbracci possono essere molteplici, me ne rendo conto. Tranquillizzano le inquietudini alla radice.

Mi piaci perché non m’insegni nulla se non la voglia matta di spingermi fino all’orlo del burrone, lì dove il panorama mi inonda di luce e non c’è tempo per scattare una fotografia tanto è bello restare senza fiato, e guardarsi a due passi come in un duello sbagliato, e nel guardarti dimenticare le mie vertigini. Anche senza poter urlare il tuo nome mentre precipito nel vuoto dell’emozione. Come dicevi di chiamarti amore?

Forza, sorprendimi!

Nella mediocrità che ci circonda, provaci tu a stupirmi.

La noia impera, il piattume ci circonda, tutto già visto, tutto scontato, tutto già provato. Invece tu puoi essere la novità, quello che nessuno si aspetta e nessuno immagina. Io ti sostengo, tu osa. Osa come l’aquila, vola alto, raggiungimi nella mia gabbia di banalità e stupiscimi con il tuo coraggio. Toccami la pelle, il cuore o la mente. Facciamo qualcosa insieme: coloriamo il nostro mondo e saltiamo l’arcobaleno, lasciamo gli altri alle loro piccole, modeste convenzioni.

Il Dio delle piccole cose esiste. Un momento di solitudine aggraziata, un senso di pienezza al quale non dover dare spiegazioni, un bicchiere di rosso molto acceso. Un momento arreso.