Claudia Fabbricatore

Promettimi viaggi, avventure e divertimento. Promettimi feste, risate e pizza mangiata sul letto davanti una serie TV. Promettimi musica, poesie e cieli stellati. Abusa della parola per sempre senza timore. Creiamo liste di cose da comprare e di cose da fare per poi dimenticarcene e farne di nuove. Con te la realtà si liquefa come in un quadro di Dalì e i sogni diventano concreti più di una statua del Canova. Fammi sognare e non ti fermare. Tutto ciò che voglio è scomparire in un tuo abbraccio. Quel che c’è in torno non vale la pena nemmeno di essere guardato se il tuo profumo non scandisce ogni mio respiro.

Pagina dopo pagina sfogliamo libri di storie inconcluse. Intrecci che si perdono senza lasciare traccia e che poi ritrovi lì, in quel granello di tempo che basta per farti ricordare di loro. Quel passato che veloce riparte lasciandosi dietro tutta l’amarezza della memoria, il disagio di pentiti ricordi, la decisione di gesti sicuri. Il sordo rumore del mare in un infinitesimale crescendo, cadenza costante, ritmo di vita.

La delusione è un sentimento complesso che racchiude in sé molte altre emozioni negative. Ma anche se dolorosa fa parte parte della vita e se affrontato nel modo giusto può aiutarci a crescere. Se solo riuscissimo ad attribuire ai fatti della vita l’appropriata importanza forse riusciremo a vivere con maggiore serenità. Troppo spesso invece innalziamo muri per difenderci, senza accorgerci di aver costruito solo una prigione per noi stessi.

Tra il rumore delle cicale e quello delle onde del mare l’estate avanza veloce a passo falciante. Inizia con un “che fai per le vacanze?” e finisce con le orecchie sanguinanti per il tormentone del momento. Birre ghiacciate sotto il sole, materassini gonfiati perdendo un polmone e quelle domande esistenziali che non avranno mai risposta, come ad esempio : perché il signore che vende il cocco sulla spiaggia, nonostante i chilometri percorsi ogni giorno, ha sempre una panza enorme?

Oggi mi sono fermata a riflettere sulla mia vita, cercavo certezze sul mio io. In un periodo di domande esistenziali e di interiore ricerca di me stessa, sono arrivata ad un sostanziale verità, o forse meglio, a una forte consapevolezza. E ciò che ho capito è che ora mi sento come una patata. Voi vi siete mai sentiti così? Pensateci bene: le patate non hanno mai il credito che davvero meritano, eppure sono così buone, versatili, piacciono a tutti e in tutti i modi, ma allo stesso tempo restano sottovalutate ed emarginate. Tra tutti gli alimenti sono quelle più snobbate. Ecco io mi sento proprio così, oggi mi sento una patata!