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FUS Edizioni
©‎ 2013, facciunsalto.it
raccontiamo emozioni
Reg. Trib. Napoli n° 5/2020

sarà che

di Cristina Armato

per la rubrica Falsa modestia
in Contatti Si legge in 2 minuti

WhatsFus? Kaleidos ~ Duende ~ Medea ~ Zalab

Gli autori di facciunsalto.it cento ne pensano e mille ne fanno… ma non mi pare certo il caso di autocompiacersi 

di Massimiliano Maccaus

per la rubrica Google Trends
in Contatti Si legge in 3 minuti

La riscossa delle modelle curvy

 “Tra una ventina di minuti la sonda Rosetta atterrerà su un minuscolo sasso sparato a velocità ipersonica nello spazio profondo, 

di Oreste Bevelli

per la rubrica Disaccordi in Scala Minore
in Contatti Si legge in 2 minuti

E adesso?

  E adesso? Il fatto era semplice: oggi, finalmente, in un giorno di rovente scirocco, Alfredo poteva rivolgere uno sguardo 

di Ester Trevisan

per la rubrica Memorie di una napòlide
in Contatti Si legge in 2 minuti

La clessidra

I granelli di sabbia scivolano attraverso quel passaggio stretto stretto, si tuffano e planano con delicatezza sul fondo. Mi domando 

di Francesco Colonna

per la rubrica Cronache inutili
in Contatti Si legge in 2 minuti

Il povero Lavoisier

Cita Winston Churchill l’esperto: <Non è più tempo di mediazioni, di compromessi>, solo che dicendo così allude a un’altra guerra. 

di Leyla Khalil

per la rubrica Cosa borbottano le pentole
in Sapori Si legge in 3 minuti

Gestione dell’amarezza ai fornelli

Dopo l’agro, eccoci qui oggi a raccontare la gestione dell’amaro. Per evitare la catastrofe di un acquisto sbagliato, il trucco 

di Anna Annaloro Patti

per la rubrica Và pensiero
in Suoni Si legge in 2 minuti

Piccola donna innamorata

Giacomo Puccini, egli stesso, definì il personaggio femminile di Manon Lescaut “piccola donna innamorata”; questa definizione influenzerà il profilo usato 

di Matteo Bassioni

per la rubrica And the radio plays
in Contatti Si legge in 3 minuti

Le discese ardite e poi le risalite

Ieri sono uscito di casa e ho dato un’occhiata verso il parcheggio, dove mi attendevi sempre. Ma tu non c’eri. 

di Giuseppe Visconti

per la rubrica Credetemi è accaduto!
in Sapori Si legge in 3 minuti

Cinque orizzontale

La prima volta che la vidi era grande quanto una capocchia di spillo e non lo dico tanto per liquidare 

di Lygia Roy

per la rubrica Over the rainbow
in Contatti Si legge in 2 minuti

Angela

Una donna sui quarant’anni, sola, magra, minuta, in abiti da mercatino. Capelli crespi e scuri, le punte rovinate da un 

di Arianna Marin

per la rubrica Biglietto di sola andata
in Contatti Si legge in 5 minuti

Talking about a Revolution

Il Cairo l’ho lasciata una mattina di Dicembre, con il taxi carico di valigie e la strada per l’aeroporto stranamente 

Velluto

SCAMPOLI DI PENSIERI

Luca Lo Vercio

Velluto

Incrocerai occhi, strade, vita.

Ma tu, tu cerca di essere come il velluto.

Verranno a te, e a te racconteranno le loro storie e non sarà facile. Avranno delle ferite aperte che quotidianamente bruciano e mai cicatrizzeranno, mai finiranno di far male. Avranno gioie, abbaglianti, che custodiscono nei cassetti dei ricordi e ogni tanto vanno a riguardare con gli occhiali della malinconia.

Cerca di essere come il velluto e chiedere il permesso di entrare nelle loro vite, nelle loro storie, lascia che siano loro a raccontarsi, se ne avranno voglia, e lascia che siano loro, soprattutto, a scegliere cosa raccontarti.

Queste storie sono ricordi, questi ricordi sono ferite, queste ferite sono aperte. E non abbiamo il diritto di scuotere ferite che non sono nostre.

Mettiti in ascolto, questo basterà.

Tu sei velluto.

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SCAMPOLI DI PENSIERI

Fiorire

By Stefania Orrù

Fiorire, in mezzo ai rovi

tra i rami spezzati,

in mezzo a un prato incolto e secco.

 

Fiorire, tra la macerie di quello che eri,

di quello che sei, di quello che vorresti essere.

Fiorire, in mezzo a un prato verde,

dove non ti importa di che colore sarai,

del profumo che avrai.

 

Fiorire, senza misurare il tempo

tra i tuoi passi,

le tue paure,

i tuoi sorrisi smarriti che il sole farà splendere,

ogni volta che lo vorrai tu.

La vasca del Führer, Serena Dandini

By Ester Trevisan

Ma è sempre come uno se la racconta. Più che a vivere, siamo bravi a riscrivere la nostra vita come più ci piace. E Lee ha addirittura strappato intere pagine del suo romanzo personale per semplificare la trama. In realtà si è fermata perché Roland era l’unico porto sicuro in cui approdare dopo l’uragano della guerra. La terra le tremava sotto i piedi: se avesse perso anche lui, avrebbe perso sé stessa. Roland era casa e radici. Per sopravvivere, si è arresa.

 

La vasca del Führer, Serena Dandini

Anima e Corpo

By Luca Lo Vercio

Il Teatro mi ha lasciato libero di conoscermi, di scrutare le infinitesime impercettibili sfumature della mia anima. E c’è la cucina, che mi distrae e lascia il corpo libero di respirare. Ed è una lotta, perché è come scegliere fra due puttane di classe.

E poi la scrittura, dove anima e corpo trovano ristoro.

Sono sicura di avertelo detto

By Stefania Orrù

 

Era estate,

inverno e forse una volta pure autunno.

Una volta un lunedì, altre un giovedì,

altre ancora una domenica.

Era quasi sempre buio ma c’era una piccola luce,

non era comunque abbastanza

e me lo ricordo bene.

 

Sono sicura di avertelo detto,

molto più di una volta

“vedrai che accadrà, anche a te succederà”

non sembrava mi credessi,

o forse ero io a non volerlo credere.

Eppure lo sapevo,

lo ho sempre saputo,

in una piccola parte di me.

 

Ora le mie mani sono vuote,

ma forse libere, e timide

e impaurite.

Le spalanco verso il cielo,

“vedrai che accadrà, anche a te succederà”

chissà se sarà mai vero.

Doppio Vetro, Halldóra Thoroddsen

By Ester Trevisan

Fingere che la vita sia in piena fioritura, che ci troviamo nel mezzo del cammino. È a questo che bisogna ambire. Lei non ha certo voglia di tornare giovane.
Ha capito quello che tutti desiderano una volta oltrepassata la metà.

Occorre fingere di esserci, anche con sforzi immani. Le risate devono ingannare la morte… così la morte nella sua stupidità pensa: aspetta un po’, qui non c’è posto per me… qui sono tutti allegri.

Doppio Vetro, Halldóra Thoroddsen

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