Sogno desto, donna non vidi mai
Mi piace leggere, mi piace la musica e mi piace leggere di musica.
Diego Ziino in un agevole libretto di appena settanta pagine racconta e ci trasporta negli ultimi giorni del Maestro Puccini e lo fa con un ritmo e una impaginazione tipica del libretto d’opera.
L’autore infatti divide in tre atti questa “opera” musicale-letteraria. Tra sogno e realtà ripercorre gli ultimi giorni del compositore toscano.
Alle undici e mezzo di sabato 29 Novembre 1924 il cuore di Puccini cessa di battere in seguito all’operazione alla gola. Prima di sottoporsi alla delicata operazione chirurgica rivede tutta la sua
vita e intraprende un dialogo con la prima delle sue “donne”, Manon Lescaut. Manon si presenta al compositore trent’anni dopo essere stata “creata” dal genio di Lucca.
“Manon Lescaut mi chiamo”
Così si presenta anche tra le mura dell’ospedale a Bruxelles per riscattare l’universo femminile tratteggiato da Giacomo Puccini costringendolo ad una difesa del suo operato sia nella vita reale che musicale.
Giustifica la morte di Mimì, Cio Cio San e Liù come una sublimazione dell’amore.
Racconta alla sua eroina di essere rimasto folgorato dal personaggio descritto da Prévost e malgrado Massenet avesse già musicato il romanzo non ha esitato a farlo proprio.
Puccini ha amato le protagoniste delle sue opere; i suoi personaggi femminili sono fragili e passionali ma anche determinate e coraggiose.
Questo sogno quasi reale che frappone i personaggi alle reali vicende amorose del Maestro Puccini si conclude con una dichiarazione d’amore di Manon verso il suo creatore e del compositore verso l’unica donna che gli è stata al fianco, la sua Elvira, moglie paziente e affettuosa, gelosa come Tosca e fedele come Butterfly.
Mi piace leggere di musica e di amore.
Conosco le vicende personali, gli amori e le protagoniste delle opere pucciniane ma avvicinarmi al teatro d’opera di Giacomo Puccini e riascoltare le struggenti melodie mi è sempre cosa gradita.
D’altronde, come scrisse Aristotele, e ce lo spiegava Marenghi come ricorda il professore Carapezza nella prefazione del libro
Perché si ascoltano con più piacere canti che già conosciamo? Forse perché nel riconoscerli è piacevole riascoltarli o forse perché chi ascolta si identifica affettivamente con chi canti melodia già nota?…
…Così cantando e ricantando ci identifichiamo con i personaggi dei melodrammi prediletti.
Mi piace leggere di musica e mi piace ascoltare la musica per amare, soffrire e sognare con le eroine dell’opera lirica.