Vorrei
Vorrei, come nei versi dei poeti, il diario dei segreti, e poi cosa vorrei… è l’incipit di una vecchia canzone degli Stadio.
Vorrei. Intanto… Si, proprio quelle cose lì che vogliono tutti: salute, benessere, felicità. E un mondo migliore, magari contribuendo anch’io a cambiarlo. Essere all’altezza del modello che chi amo vede in me.
Poi, vorrei saper accettare i miei errori. In qualche caso, solo in qualche caso, tornare indietro, poter riavvolgere il nastro. Non per evitare di pagare le conseguenze degli errori, ma solo per non sopportare lo sfregio alla mia intelligenza che rappresenta l’averne commessi di così stupidi. In qualche caso, solo in qualche caso, vorrei che fosse andata diversamente.
Vorrei non aver mai visto stracci di tessuto buono volare, invece di continuare a lanciarli.
Vorrei non esser stato tradito e non aver tradito in premesse e promesse, progetti e castelli. Non perfetti ma compiuti. Vorrei riavere e rivedere gli stessi occhi che facevano certe promesse. Gli occhi che spaccano dentro e non possono dire se non cose vere.
Che però poi si rivelano… no, non false. Forse oneste, ma grosse, per dirla come ne L’amore conta. Troppo grosse per compiersi.
Vorrei non deludere mai il viso sognante di un bambino. Incluso quello che è in una parte di me
Vorrei non deludere mai il viso sognante di un bambino. Incluso quello che è in una parte di me. E al diavolo le spiegazioni, i non è stata colpa mia, i vorrei ma non posso.
Vorrei non deludere mai chi mi vuol bene, saper esser vicino a chi mi vorrebbe vicino, sapermi accorgere delle cose evidenti che pure a volte non vediamo.
Vorrei avere un’anima più capiente per quel che veramente vale e la rende migliore, e meno capiente per il resto. Percettiva e sensibile per i suoni belli, sorda per i rumori di sottofondo.
Vorrei saper inseguire sogni senza essere un sognatore un po’ pirla. Vorrei non disperdermi in mille rivoli inutili, sprecare meno attenzioni per cose che non ne meritano, vorrei essere semmai indefinito, ma non inconcludente.
Vorrei un racconto di tante storie impossibili rese possibili. La narrazione incantata ma reale della storia di una vita che è e che sarà, non che avrebbe potuto essere se…
Vorrei avere sempre, e non solo qualche volta, la forza di spaccare l’insopportabile schema duale manzoniano del non ci resta che far torto o patirlo.
Vorrei poter prendere ciò che voglio senza che poi manchi a qualcuno, vorrei che ci fosse una via di felicità potenzialmente aperta a tutti, vorrei che quel che va bene per me non sia motivo di infelicità per altri.
Vorrei avere più tempo. O la capacità di farmi bastare quello che ho,
bandendo l’insulso lamento del tempo che manca.
Vorrei regalare sorrisi, vedere occhi felici, poter promettere e poi saper mantenere piccole oasi di paradiso.
Vorrei avere più tempo. O la capacità di farmi bastare quello che ho
Vorrei avere coraggio, più coraggio. Di vivere secondo la mia essenza più profonda, sempre che io la conosca… mettendoci la faccia, andando sempre dritti alla polpa. Senza rivestimenti, senza paracadute. Si tratta di coraggio, infine, di cosciente incoscienza.
Spingere a tavoletta su quello che senti più vicino alle tue corde. Di ascoltare le tue emozioni, loro ti dicono chi sei. E in fondo niente più di questo vorrei: essere la parte migliore e più profonda di quello che sono
Foto di Erika Sichera