Dicitencello vuie a ‘sta cumpagna vosta
“Dicitencello vuie a ‘sta cumpagna vosta” che da quando la sento cantare un fremito mi scorre tra le vene e mi assalgono dolci ricordi.
Nessuna donna può resistere ad una dichiarazione d’amore attraverso le note e le rime di una celebre lirica napoletana. E se poi lo scenario che accompagna questa serenata è un cielo stellato d’agosto è sicuro che il cuore ha un sussulto. Così è cominciata la nostra storia d’amore che ancora non finisce e che oltrepassa lo spazio e il tempo.
“Ch’aggio perduto ‘o suonno “ ma la fantasia di essere avvolta dalle tue braccia e dalla tua voce resta intatta come la prima volta. La passione più forte di una catena che tormenta e riscalda l’anima.
Soltanto nell’ultimo verso del brano il protagonista confessa di amare in realtà la sua interlocutrice, e quando vede una lacrima sul suo volto (“na lacrima lucente v’è caduta”) le dice che è proprio lei la donna che ama (“levammece sta maschera, dicimme ‘a verità”, togliamoci questa maschera, diciamo la verità).
Ah! Le liriche napoletane… colonna sonora per gli innamorati nate dalla penna e dalla chitarra di chi sa cosa è l’amore. Canzoni eterne, repertorio caro ai più grandi interpreti. Da non dimenticare le versioni dei cantanti lirici come Giuseppe Di Stefano, Mario Del Monaco, Josè Carreras, Luciano Pavarotti, Placido Domingo. Ognuno con il suo stile ma con la stessa passione, o come diceva Murolo ”con un filo di voce e una chitarra” per sussurrarla alla donna amata.
Dal 1930 “Dicitencello vuje“ è un classico che è stato oggetto di innumerevoli versioni e reinterpretazioni, tradotto in diverse lingue – per esempio in Russia la canzone classica napoletana è apprezzata e studiata nei conservatori sin dai primi del 1900 – ed è un cavallo di battaglia di celebri voci.
La canzone napoletana e i sui interpreti hanno ispirato anche un cantautore come Lucio Dalla .
Si racconta che Lucio Dalla, ospite nella stanza dell’albergo di Sorrento dove Enrico Caruso aveva trascorso gli ultimi giorni di vita prima di trasferirsi a Napoli, si sentì talmente ispirato che compose la sua celebre canzone . Nel ritornello l’autore utilizza più che ampiamente – quasi un rimontaggio – musica e parole del ritornello di Dicitencello vuje Ti voglio bene assai e È una catena ormai.
Napoli è una città magica e meravigliosa. Teatro naturale di bellezza e passione. Incanto per gli occhi e carezza per l’anima. Mistero e colori mischiati a sapori ed odori sono fonte di ispirazione dei più famosi autori partenopei, atmosfere che rivivono incredibilmente nelle note di una tra le più appassionate canzoni.