La mia storia in bianco e nero
Mi piace leggere, è risaputo, ma non pensavo si potesse leggere anche un vecchio album fotografico. Era un album rettangolare con la copertina verde, grosso, con le pagine di cartoncino ingiallite, qualche macchia sui bordi dovuta all’umidità e foto incollate diligentemente. Alcune si sono staccate, altre sono rimaste fedeli alla foderina di plastica che le proteggeva. Erano tutte in bianco e nero e raccontavano la storia della mia famiglia. È la mia, ma sono sicura che in uno scatolone, in un mobile, in quella sala da pranzo in cui nessuno entra mai, ci deve essere anche la storia della tua famiglia.
Ho visto i miei nonni da giovani, dimenticando di chiamarli con il legame di parentela e guardandoli per quello che erano a loro tempo: figli, fratelli, innamorati, amici. Molte delle foto erano scattate in studi fotografici, e io me li immagino lì, con le loro monete pronti a pagare il fotografo, mentre dicono loro come mettersi in posa, dove guardare, in quale posizione sedersi. C’è una foto in particolare che è riuscita a sfuggire al tempo. Vedo una coppia sposata, un primo piano sui loro volti felici, stretti stretti in una macchina. Loro non lo sanno ancora che avranno tre figli, tra cui una femmina, poi mia madre. Non sanno niente, sorridono alla fotocamera di qualche parente, il flash non li spaventa. Non pensano alle rughe, ai capelli bianchi. Non lo sanno ancora, e quella fotografia resta lì, staccata dal resto, fluttua tra il passato e il presente, consapevole di resistere anche al futuro.
Vedo un’altra foto, più piccola questa volta. È un giovanotto su una nave, saluta e sorride. Non lo sa ancora che passerà tanti anni a viaggiare su navi diverse, non sa che riceverà diversi telegrammi che gli diranno che è padre, che un’altra creatura lo aspetta quando il mare avrà finito con lui. Non sa ancora che sarà mio nonno, che prenderò un po’ dei suoi occhi e un po’ di quelli della figlia. Anzi, non sa ancora che avrà una bambina.
Volto pagina e iniziano le prime foto a colori, colori ancora sbiaditi e tenui, quel che serve per lasciarle nel passato. C’è una bambina che stringe i suoi fratelli, ha gli occhi di mio fratello, ma lei non sa ancora che avrà un bambino che la chiamerà mamma e che le ruberà la forma degli occhi. La guardo crescere foto dopo foto e diventare bellissima, fino a quando le foto di famiglia diventano foto di coppia.
Ecco una foto a colori, questi sono forti e vivi, si lanciano già nel presente. È una coppia di giovani, lei castana, lui bruno. Si stringono e si guardano, lei con le gonne a ruota, lui magro mentre stringe la tesi tra le mani. Non sanno che avranno due figli che insegneranno ad entrambi a prendere l’aereo per vederli. Non sanno che si sposeranno e che un giorno guarderò questo album.
E mi perdo in tutto questo non sapere, immagino le loro storie che hanno incrociato la mia e penso che è meglio così, lasciarsi immortalare senza sapere, per poi un giorno ritornare e ricordare.