Vangelo, Cristo contemporaneo
Nolite mittere margaritas ante porcos. Non dare perle ai porci.
Qui sine peccato est vestrum, primus in illam lapidem mittat. Chi è senza peccato, sia il primo a scagliare la pietra.
Perché non fai uno spettacolo sul Vangelo? Chiedeva la madre di Pippo Delbono. E lui l’ha fatto davvero, ma a suo modo, realizzando un’opera magnifica e persino blasfema nel suo tentativo di interpretare l’insegnamento cristiano alla luce dei fatti d’attualità, di riportare il Vangelo al mondo riconducendolo sulla via maestra che esso stesso ha tracciato, sul sentiero dell’Umano.
In effetti era ora che qualcuno avvertisse la necessità di convertire il vangelo a se stesso, distante com’è adesso dagli insegnamenti delle origini; quello che ritorna è un vangelo contemporaneo, che alza lo sguardo, accompagnato dalle musiche di Enzo Avitabile, per vedere da dove si trova adesso, qual era il suo punto di partenza.
Delbono ridefinisce l’alfabeto evangelico, arricchendolo per quanto possibile dei tratti identitari degli attori, la cui memoria è segnata da Zagabria, da una delle guerre più feroci della storia contemporanea.
Con un testo smisurato e di suggestione pari soltanto alla sua spudoratezza, Delbono ricostruisce il Vangelo iniettandolo nel Teatro. La parabola di Cristo diventa così espediente scenico e pretesto per riviverla alla luce dell’attualità, negli occhi dei migranti, nelle parole dei rifugiati, nei silenzi degli zingari. Il Teatro Bellini mette così in scena l’avanguardia teatrale più compiuta: il risultato è senza precedenti, e per apprezzarlo bisogna soltanto andarlo a vedere. Un messaggio complesso destinato a pubblici alti, che sappiano mettere in discussione tanto i canoni teatrali che quelli evangelici, e persino mettere in discussione loro stessi.
Abbiamo visto:
Vangelo, Opera contemporanea
Uno spettacolo di Pippo Delbono, con musiche di Enzo Avitabile
Al Teatro Bellini di Napoli. Info qui.
Si ringrazia Katia Prota per l’Ufficio Stampa.