Il tempo che non perdo più
La lingua inglese prevede questa espressione: “me time”, che indica tutte le attività che facciamo in un tempo che vogliamo dedicare solo a noi stessi.
Questi anni lontana da casa mi hanno insegnato molto su me stessa. Io – che guardo video sul come essere più produttivi, che compro agende solo per il gusto di cominciare a scriverci su e, inevitabilmente, lasciarle morire in un cassetto – ho scoperto la bellezza di un lasso di tempo solo per me, senza sensi di colpa. Non fraintendetemi, ho sempre avuto pomeriggi, mattinate, in cui tutto scorreva più lento, ma sempre con un sottile senso di colpa. C’era sempre qualcosa da studiare, un articolo da leggere, qualcosa che doveva assolutamente essere guardato e un appuntamento che non avrei mai osato rimandare.
Ho corso, corso, corso e ora finalmente sto imparando a fermarmi. Mi piace fare la spesa, guardare gli scaffali, soppesare i prodotti, leggere gli ingredienti. Non mi seccano più queste banalissime azioni quotidiane.
Ho addirittura provato a fare la pizza. Io, che cucinavo per sopravvivere e mischiavo prodotti più improbabili, mi sono fermata a fare la pizza. Ancora non ho imparato, sia chiaro, ma qui il punto è un altro. Il punto è il tempo che ho gustato mentre ci provavo.
E tra il reparto della pasta e quello dei dolci ho capito che forse abbiamo semplicemente bisogno di regalarci un po’ di tempo, dargli valore, guardare i minuti scorrere e pensare che ci stia facendo bene.
Dicono che il tempo sia la cosa più preziosa che possiamo regalare a qualcuno eppure, puntualmente, non siamo così clementi con noi stessi e lo perdiamo tutto mentre cerchiamo invano di stringerlo.
Scrivo e mi regalo questo momento. Mi regalo la gioia di fare qualcosa che mi fa felice, che mi fa sperare che si possa ancora dare qualcosa attraverso le parole. Vi offro le parole, mi tengo il tempo.
Spero le mie parole vi abbiano regalato il permesso di prendervi anche solo un’ora.
Niente più sensi di colpa.