La primavera di gennaio
In una fredda sera d’inverno Italo siede accanto al fuoco, le passeggiate nel suo amato prato sono momentaneamente rimandate ma si sa, dopo l’inverno arriva sempre la primavera.
Giovine seduto al tavolo accanto al camino gioca con un puzzle arrivato sotto l’albero di uno strano Natale, quello appena passato dell’anno 2020.
“Nonno ti ricordi quando questa primavera abbiamo fatto i venti passi per visitare l’Italia?”
annuncia improvvisamente Giovine rivolgendosi al nonno.
“Certo che mi ricordo, è stato un bel viaggio no?”
“Sì.. bello”
“Non mi sembri tanto convinto”
“No nonno lo sono, ho anche chiesto alla mamma di andare a visitare Alberobello!”
“E allora a che pensi?”
“Penso a quando potrò andarci.”
Italo sorride e accarezza teneramente la guancia del nipotino mentre ricorda questo strano anno cominciato sì, ma rimasto in stand-by per tanti mesi: una primavera lenta, un’estate illusoria, un autunno preoccupante e un inverno sicuramente triste. Italo reduce della seconda guerra mondiale si era ritrovato anni più tardi a rivivere un’altra guerra, una guerra silenziosa che aveva coinvolto anche suo nipote e sua figlia e tante altre persone. Cosa puoi fare quando il nemico che combatti è silenzioso? Se lo era chiesto tante volte senza trovare risposta. E Giovine, come stava vivendo realmente questa situazione? Non poteva saperlo con certezza, ma poteva fare quello che fanno solitamente i nonni: trasmettere con dolcezza la saggezza della vita.
“Sai quali erano i fiori preferiti di tua nonna Anita?” Esordisce Italo virando il discorso.
“No” risponde distrattamente Giovine intento a cercare un pezzo di puzzle mancante
“I bucaneve”
“Non li conosco nonno. Dove si trovano? Nella neve?”
“Anche, ma non solo. I bucaneve fioriscono durante l’inverno quando c’è freddo. I loro fiori sfidano il gelo e spuntano coraggiosi”
“Pensavo che i fiori ci fossero solo in primavera”
“Tua nonna mi diceva sempre che la primavera non è soltanto una stagione, ma uno stato d’animo. Mi ripeteva che c’era bisogno di fiori tutto l’anno e che era nostro compito cercarli, anche quando sembrava difficile trovarli perché la primavera è coraggiosa e dobbiamo esserlo anche noi, per vedere germogli rigogliosi”
Giovine guarda stranito nonno Italo.
“Nonno, ma perché stiamo parlando di fiori?”
“Stiamo parlando della primavera, i fiori sono soltanto una conseguenza positiva dell’aver creduto nella fioritura. Noi tutti dobbiamo essere come la primavera anche se alcune volte rischiamo di perdere qualche petalo e di avere un gambo spezzato; ma è proprio quando abbiamo gambi malandati e petali sgualciti che dobbiamo impegnarci per rifiorire, ancora più belli e forti. Bisogna credere nella primavera. Ricordi che durante i nostri venti passi abbiamo detto di camminare piano? A piccoli passi?”
“Si ricordo”
“E allora non temere perché con un poco di pazienza e speranza tornerà la primavera. Dobbiamo solo piantare i semi giusti e sai che bel raccolto vedrai e che bei fiori coglierai ad Alberobello!”
“Nonno, la primavera è un po’ come rinascere?”
“Certo”
“Ho capito. Allora spero tanto arrivi la primavera di gennaio!”
Italo sorride pensando che per questo anno particolare c’è davvero bisogno di una primavera speciale.
“Lo spero anche io, ma soprattutto auguro a tutti che arrivi davvero la primavera di gennaio.”
Crediti immagini:
Fuoco acceso foto by Riccardo Prosperi da unsplash
Pianta sulla neve foto bt Freestocks da unsplash