I sogni inutili di Alfredo
Quella notte Alfredo affrontò il traffico di Via Terrasanta ed ebbe paura, paura di non farcela. Da destra e da sinistra si sentiva accerchiato, la minaccia arrivava da ogni parte, aveva superato da poco il passaggio che incrociava la grande via quando gli apparve davanti una strada dritta e vuota, un deserto infestato da terribili minacce.
I sogni di Alfredo avevano sempre qualcosa di tragico. Angoscia e paura occupavano spesso i suoi incubi notturni, film horror in cui, a differenza della finzione cinematografica, l’eroe non riesce mai a sconfiggere il male!
Per questo motivo da qualche settimana usava prendere delle compresse di girasole del Costa Rica, provenienti da un distributore di Città del Messico, che lo aiutavano a conciliare il sonno e ad allontanare gli incubi notturni.
Gli integratori portoricani non arrivavano al pieno successo, ma lenivano di parecchio gli affanni di Alfredo.
Dopo poche settimane di cura, iniziò a stare meglio, anche se, a dire la verità, spesso non ricordava quasi nulla di ciò che aveva sognato. Di sicuro non soffriva più di malesseri post risveglio, anzi le mattine si presentavano spesso profumate, accoglienti, ricche di promesse.
I sogni pacificatori trasformano gli esseri umani in animali di compagnia, disponibili sempre alla passione amorosa, al desiderio di vivere, alla ricerca di bellezza. Una affettuosa leccata alla realtà!
Passarono poche settimane e capì che qualcosa però non funzionava.
Faceva sempre gli stessi sogni.
Sì! I suoi sogni si ripetevano ad intervalli regolari. Un sogno al giorno, per ciascun giorno della settimana.
Ecco l’elenco:
a) Gita a Parigi con i compagni di scuola.
b) Bagno di Ferragosto a Rimini estate del 1986.
c) Guida della 500 in via Terrasanta a 90 km/h.
d) Sauna in Finlandia con l’amica scandinava (in due stanze diverse).
e) Una notte di passione e tenerezza con Isabella Rossellini.
f) Non ricordava.
g) Non ricordava.
Sempre gli stessi sogni. Lunedì (a), martedì (B), mercoledì (c), giovedì (d), venerdì (e), sabato (f), domenica (g).
Stava bene, andava bene così. Oramai la regolarità stabilizzava anche i suoi desideri. Nessuna angoscia marcava più la distanza tra la vita reale e la vita apparente.
Finzione o realtà che importanza potevano avere! Lo sdoppiamento avveniva dentro un circolo chiuso dove Alfredo allenava una ad una le proprie cellule a restare in perfetto equilibrio.
Il 25 marzo accadde un fatto strano: per la prima volta ricordò anche il sogno del sabato. Lo stesso sogno, quindi, si ripeté anche la domenica. Poi anche il lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì. Sempre lo stesso sogno.
Fu Alfredo stesso a raccontarmelo. Una serata particolare per la città, pioveva e i lampi e tuoni sembravano volessero sbriciolare insieme alle pareti del bar di Piazza Rivoluzione anche l’abituale riservatezza di Alfredo.
Non fu il maltempo ma forse la troppa birra a convincere Alfredo a rivelarmi ogni sua inquietudine. Eccitato oltre misura iniziò a confidarmi il sogno che lo tormentava ogni notte.
Alfredo, tutte le notti sognava di suonare sul palco del B.B. King’s Blues Club, in Beale St, 143 di Memphis, immaginava la sua chitarra riempire l’aria densa, come piena di fumo, di melodie blues tra birre e piatti di carne cotta al barbecue.
La sua musica scivolava lungo il tavolato mentre il sudore gli bagnava la camicia colore fucsia.
E sorrideva quieto, come dopo una burrosa leccata di felicità, stringendo con maestria il manico della sua Gibson Es335. Il suo sogno terminava con lui immobile davanti alla riva del fiume del Tennessee che non era un fiume e che non era il Tennessee…Quella sera andò via dondolando verso casa.
Non ho più visto Alfredo per anni. Qualcuno dice che sia stato ucciso con un colpo di pistola dalla sua donna, altri che sia partito per il Messico, alcuni sono sicuri che sia nel Montana a pascolare bisonti, gli amici al bar invece insistono nel dire che si sia ritirato in una grotta sui monti Iblei, altri, i cugini proprietari di una sala giochi in via Malaspina, sostengono che viva in una discarica, lassù sopra Bellolampo.
Non credo a nessuno di loro. Qui, seduto al bar di Piazza Magione, bevo l’ultima birra, anche stanotte non dormirò: “Hei, Hei tu!!! Hei, tu!!! Forza, alza il volume!!!”.
“The thrill is gone
The thrill is gone away
The thrill is gone baby
The thrill is gone away
You know you done me wrong baby…”
(B. B. King – The Thrill Is Gone)
FOTO – COTTONBRO DA PEXEL
BRETT SAYLES DA PEXEL
ASTRID STAWIARZ/Getty Images)