Ti piace Napoli?
– E quindi ti piace Napoli?
Increspa le labbra, mi guarda scettico.
– D’estate dai, c’è il sole.
Lo scruto, lo soppeso, penso al cliché del sole, della pizza e del mandolino che accompagna l’Italia e gli italiani. Un po’ di più se sei del Sud. D’estate. A lui piace l’estate perché c’è il sole. Ma il sole c’è anche in tante parti del mondo. Il sole è di Napoli, ma non è solo suo.
Resto un attimo zitta e penso di raccontargli la città. Napoli è bella anche d’inverno, quando fa freddo e una ventata in pieno viso ti ricorda che alla fine della strada c’è il signore delle caldarroste che te le avvolge in un pezzo di carta sottile color cartone. Allora ti dimentichi che fa freddo e pensi alle luci di Spaccanapoli. Alla folla che cammina lenta, si perde in un presepe, passa da Gesù bambino alla miniatura di un calciatore per poi andare dritto dritto a mangiare una pizza calda a portafoglio.
Diventano a colori mentre raccontano di un’infanzia in bianco e nero
Napoli è bella d’estate, quando le signore si affacciano al balcone e abbassano il paniere, così non devono scendere a comprare pane e latte. Restano fuori a parlare dei fatti del quartiere, dei segreti di famiglia, di come si fa la passata. Restano fuori e il tempo passa senza scalfirle, senza cambiarle. Diventano a colori mentre raccontano di un’infanzia in bianco e nero e qualche vicina del piano di sotto decide che è arrivata l’ora di accendere la radio.
Perché la critico con la speranza di chi vuole vederla fiorire.
Stasera penso a Napoli mentre a Lisbona piove.
Ah, se tu sapessi. Bella e dannata. Che hai fatto a questi poeti, a questi cantanti. Tutti a scrivere di te. Non ti meravigliare se stasera ti scrivo anche io. Non ti preoccupare, quando mi dicono che Lisbona assomiglia un po’ a te io lo so che nessuno ti può copiare.
Ti prego aspettami sempre e, se ti capita, leggimi qualche volta.