Pulcinella on my mind (and on my shoulder)
Il mio Pulcinella non è spaventato dalle maruzze. Il mio Pulcinella è coraggioso e mi guarda le spalle. Poi vabbuò, gli piacciono assai gli spaghetti e il mandolino, ma cosa ci sta di male? Gli spaghetti sono buoni e il suono del mandolino è così melodioso che fa squagliare pure le pietre. Lui tiene la maschera e io la mascherina, siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri che non sono napoletani come noi. E chi napoletano non è, non può capire che Pulcinella è molto più di un semplice personaggio carnevalesco. Il guitto vestito di bianco, dal naso adunco e la voce di chi è perennemente raffreddato, è un’istituzione per il popolo partenopeo. Lo si accusa di non tenere genio di fare nulla, di essere uno scansafatiche, insomma. Ma pure qui, che male c’è? Lui è un epicureo, uno che non si sbatte dalla mattina alla sera per contribuire al Pil che si misura con la ricchezza dei denari, perché a Pulcinella è il Pil che si misura con la ricchezza del cuore che interessa. E per far crescere quello, il lavoro matto e disperatissimo non serve. Serve, invece, restarsene seraficamente appollaiati sugli scogli a Mergellina, birra ghiacciata e taralli caldi ‘nzogna e pepe, a contemplare il panorama del golfo.
Tutti sempre a bastonarlo, quando a lui basterebbe soltanto poter mettere a tavola pranzo e cena ogni giorno senza dover fare le capriole, e a volte pure i tripli salti mortali carpiati. Così umano nelle sue debolezze, così perfettamente imperfetto, un adorabile scugnizzo: praticamente il mio compagno ideale. Con lui sarebbe facile dire “finché morte non ci separi”, perché lui non muore mai, lo sanno tutti, non è mica il segreto di Pulcinella. E poi perché è stato lui, con il volto scavato, i riccioli neri ribelli e quel modo di parlare biascicando, a dire che “l’amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall’altra e gli sconosciuti si accorgono che vi amate”. E una romantica che ci crede ancora, come fa a non innamorarsi di uno che se ne esce con frasi come questa?
Chissà, forse è vero, come dicono in molti, che è un imbroglione, un bugiardo, ma magari ci sono momenti nella vita in cui una donna ha solo voglia di sentirsi sussurrare parole d’amore senza domandarsi se sono sincere, in cui ha solo voglia di tornare ai tempi in cui era bambina e credeva alle favole. Certo, non si può dire che Pulcinella abbia le fattezze del principe azzurro, ma la Bestia della Bella non ci ha forse insegnato che oltre l’aspetto estetico c’è di più? Ma dove lo trovo, io, un altro che ha imparato così bene l’arte di arrangiarsi e sa metterla in pratica per risollevarsi nei momenti più difficili senza arrendersi mai di fronte alle difficoltà? Riuscendo a mantenere sempre un sorriso ironico e malinconico, cosciente che nella vita si può vincere e si può perdere, ma che bisogna avere sempre la forza d’animo di mettersi in gioco e di provarci.
Io che songo musicante
e me sento furtunato
canto e sono sono e canto
chesta bella serenata
È pecchè so’ nnammurato
pecchè forse ce so’ nato
ma vedite comm’è bella
‘a città ‘e Pulecenella