Melchionna stravolge il Brancaccio
“Dignità Autonome di Prostituzione” di Luciano Melchionna – in scena al teatro Brancaccio per l’edizione Europa/Mondo fino all’8 ottobre – è il teatro come non lo avete mai visto.
Lo spettatore entra nell’edificio e – sorpresa! – lo spettacolo inizia già nell’atrio. Un’atmosfera suggestiva, colorata da musiche, coreografie ed attori/prostituti. Seconda sorpresa appena entrati nella platea: il teatro è stravolto. Non aspettatevi la disposizione normale di poltrone e quant’altro perché qui siamo in un “bordello”, le prostitute sono pronte ad offrire le loro prestazioni e non c’è tempo per formalismi vari.
Ebbene sì, la Casa Chiusa dell’Arte funziona proprio così: all’entrata del teatro vengono distribuite alcune banconote, “i dollarini”, che serviranno a comprare le performance degli attori. La scelta è libera: saranno i prostituti, riconoscibili dalla vestaglia, ad adescarvi per offrirvi le loro pillole di piacere teatrale scritte per lo più da Melchionna stesso. Performance che avvengono nei luoghi più vari: uffici, bagni, automobili, camerini.
Uno spettacolo provocatorio per ridare dignità al lavoro dell’attore. Non a caso viene proiettato l’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana.
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Le performance dei prostituti sono varie e sorprendenti. L’ignaro spettatore può ritrovarsi in un piccolo camerino con spazio sufficiente per 4 persone ad assistere a uno spettacolo di un’ironia fresca e divertente, oppure in un bagno a sentire il proprio cuore battere di inquietudine (lo dico davvero!) dopo uno spettacolo toccante e crudele. Gli attori/prostituti sono eccezionali nel regalare – oops, volevo dire vendere – agli spettatori emozioni autentiche grazie al loro indiscutibile talento.
I testi rinchiudono ironia, disagio, denuncia, allegria, spesso toccando forti tematiche sociali e non solo, come quella dell’Alzheimer.
“Dignità Autonome di Prostituzione”, nato dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna, è lo Spettacolo per eccellenza, quello che riesce a suscitare le più svariate emozioni, dall’ allegria alla paura. Il teatro diventa circo, bordello, e metafora dell’attuale cimitero dell’arte, con atmosfere che cambiano dal lutto alla festa. Se infatti l’apertura e il finale sprizzano allegria e ci si sente felici – sì, estremamente felici – i monologhi rivelano senza abbellimenti la disperazione interiore di artisti non incentivati e giornalmente svalutati dalla società italiana.
Artisti che in “Dignità Autonome di prostituzione” si ritrovano a recitare a due centimetri dallo spettatore: il contatto attore-spettatore è costante, l’aria che si respira non è diversa, palcoscenico-platea. E’ la stessa, e si avverte.
Con la partecipazione straordinaria di Fiordaliso e di numerosissimi altri talenti, lo spettacolo diventa un microcosmo dal quale è difficile prendere congedo. Uscendo dal teatro, mentre si stringono le mani agli attori, c’è tutto il dispiacere di non aver seguito quella o quell’altra prostituta. E infine, dietro l’ultima stretta di mano al geniale regista Luciano Melchionna, non si può che fare una promessa silenziosa: “Tornerò”.